Bridget Baker “The Remains of the Father – Fragments of a Trilogy (Transhumance)”

prima mostra personale italiana

The Remains of the Father – Fragments of a Trilogy (Transhumance) (2012, 24’) è la prima mostra personale in Italia dell’artista sudafricana Bridget Baker.

Promossa da MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, a cura di Elisa Del Prete, ed esposta negli spazi espositivi della Collezione Permanente (28.10.12 – 6.01.13), la mostra presenta una grande installazione video, prima parte di una trilogia in cui l’artista esplora un tema ancora scarsamente indagato dalla storiografia italiana quale la storia coloniale in Eritrea durante il regime fascista.

Fortemente influenzata dalla sua vicenda biografica di sudafricana bianca cresciuta durante e dopo l’Apartheid, Bridget Baker indirizza la propria ricerca verso l’esplorazione delle dinamiche di potere e dominazione tra i popoli, inserendosi all’interno di quelle esperienze, sempre più numerose nella produzione artistica attuale, che si interrogano sulla legittimità dell’eredità storica e delle sue fonti ufficiali per metterne in discussione i codici di interpretazione. L’opera è il risultato di un programma di residenza svolto da Bridget Baker a Bologna nel corso del 2012 su invito di Nosadella.due – Independent Residency for Public Art, durante il quale l’artista ha sviluppato un’indagine basata sulla esplorazione di archivi e biblioteche in Italia, e sull’incontro con numerosi interlocutori, tra i quali storici, esperti di cinema, psicologi, sociologi, architetti e esponenti di diverse comunità eritree italiane. Recuperando tracce depositate dalla storia ufficiale – dai cinema di propaganda alle corrispondenze ufficiali conservate negli archivi del Ministero degli Esteri – e frammenti di vicende private realmente vissute – ricavati da conversazioni, testi di letteratura di viaggio e diaristica – la visione raccolta da Baker è risultata assai eterogenea e discontinua come racconta lei stessa:

«Tante voci senza nessuno che raccontasse la storia, una storia per intero».

Con il lavoro presentato al MAMbo Baker restituisce la complessità della ricostruzione storica, scegliendo di far emergere quella memoria “mancante” sempre sottesa a ciò che viene ufficialmente trasmesso, attraverso il caso di due coniugi bolognesi, Giovanni Ellero e Maria Pia Pezzoli, vissuti in Africa Orientale Italiana quando Ellero svolge l’attività di funzionario presso il Ministero dell’Africa Italiana tra il 1936 e il 1941. Gli archivi personali Ellero e Pezzoli – oggi conservati rispettivamente presso il Dipartimento di Discipline Storiche, Antropologiche e Geografiche dell’Università degli Studi di Bologna e la Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio – rappresentano un’incursione significativa nella ricerca storico-antropologico-linguistica dell’area coloniale italiana.

La straordinaria ricchezza composita dei materiali qui raccolti – corrispondenze epistolari, sigilli, mappe, quaderni autografi, dattiloscritti, disegni, fotografie – e la complessità del processo con cui essi si sono stratificati e tramandati nel tempo ha ispirato all’artista l’idea di una narrazione visuale, in cui elementi fiction si mescolano a tracce di una storia reale dimenticata. Il film si svolge interamente all’interno di una ricostruzione fittizia dell’ufficio di Giovanni Ellero mostrando la protagonista, una giovane ricercatrice eritrea, impegnata nel lavoro di traduzione dall’amarico al tigrino di un manoscritto inedito redatto da Ellero tra il 1939 e il 1940 dal titoloContributo alla nascita dello stile coloniale. In esso emergono una interpretazione critica del programma governativo di sviluppo urbanistico e architettonico nei territori coloniali e la proposta di un approccio non ideologico per la definizione di un linguaggio progettuale che nasca da un dialogo con la cultura edilizia autoctona. Interamente girato a Bologna presso un’abitazione appartenente al complesso architettonico di epoca fascista “Villaggio Bandiera” grazie all’ausilio di Comune di Bologna – Settore Servizi per l’Abitare e ACER, il progetto filmico è stato realizzato con la collaborazione di Articolture per le fasi di produzione e post-produzione e di MC A-Mario Cucinella Architects, associazione GArBo – giovani architetti bologna e Delta-bo Project per la consulenza scenografica e di allestimento. In accordo con gli eredi Ellero, il Dipartimento di Discipline Storiche, Antropologiche e Geografiche dell’Università degli Studi di Bologna ha gentilmente prestato parte dei materiali conservati nell’archivio del Fondo Giovanni Ellero in occasione delle riprese e della mostra al MAMbo.

L’opera The Remains of the Father – Fragments of a Trilogy (Transhumance) è entrata a far parte della Collezione Permanente del MAMbo.