Ad oggi mi sento prima di tutto producer, quindi autrice e infine curatrice nell’ambito dell’arte visiva contemporanea.

Mi interessa vedere realizzate le idee degli artisti ed essere co-autrice di quella magia.
Mi piace che l’arte sia un modo per conoscere il mondo.
Mi attrae il processo attraverso cui l’opera si mette continuamente a fuoco, quando l’obiettivo è mobile…perchè attorno intanto c’è il resto, tutto ciò con cui l’opera ha a che fare.
Produrre un’opera d’arte è quella strada che porta direttamente dentro la sua complessità, passando per la semplicità e fragilità della sua essenza.

Elisa Del Prete in sintesi.
Nasce a Bologna nel 1978.
Nel 2002 si laurea in Beni Culturali scegliendo l’indirizzo di Storia dell’Arte Medievale con una tesi sull’influenza di Aby Warburg in Italia (pubblicata in “Aby Warburg e la cultura italiana”, 2009).
Da qui l’interesse per la trasmissione e l’influenza delle arti visive nella civiltà contemporanea.

Nel 2004 inizia a scrivere d’arte e a lavorare come curatrice indipendente mettendo a fuoco la sua ricerca sulla relazione tra opera e contesto.

Nel 2006, alla ricerca di un lavoro curatoriale che rispondesse ad autonomia e sperimentazione e la portasse laddove l’opera ha origine, ha fondo privatamente, nella propria casa, Nosadella.due, primo programma di residenza in Italia a supporto della ricerca di artisti e curatori che si è occupato di scambio internazionale e nuove produzioni, che ha poi diretto fino al 2016.

In quegli anni a Bologna cura la sezione Arti Visive del Gender Bender Festival (2008 e 2011) ed è co-direttrice di Archivio Aperto (2014-2015), rassegna dedicata agli Home Movies.
Nel 2008 è visiting curator a Helsinki per il FRAME, nel 2009 al Platform Garanti di Istanbul e a Komplot di Bruxelles, nel 2016 in Polonia su invito dell’Istituto Polacco di Roma.

Dal 2011 avvia una relazione con artisti del Sudafrica e nel 2012 realizza al MAMbo la prima mostra personale in Italia dell’artista sudafricana Bridget Baker.

Dal 2017 lavora con Silvia Litardi alla creazione di NOS Visual Art Production, che ri-fonda la radice di Nosadella.due per la nascita di un organismo dedito alla produzione artistica, in cui sensibilità del curatore e concretezza del producer si fondono, e che inaugura nel 2019 anche assieme a Rubina Romanelli e Sara Zolla.

Nel 2018 si aggiudica un finanziamento di “Italian Council” per la produzione di un’opera di Flavio Favelli.
È oggi tra i fondatori di Voxel a Bologna, il primo co-working pensato come progetto di contaminazione tra singole professionalità, realtà imprenditoriali e associative che operano nell’ambito della produzione dell’immaginario, del visivo, della conoscenza.

E’ autrice e scrive per doppiozero.com, per cui ha pubblicato un saggio su William Kentridge.